Tate Modern London
Tate Modern a Londra

Fotografia architettonica: gli spazi diventano fotografie

Di importanza centrale per la fotografia architettonica sono la riproduzione della geometria, l’effetto della prospettiva e delle proporzioni, la luce e le ombre, nonché il gioco di forme e colori. In questo articolo del blog vogliamo proporti un primo approccio alla fotografia architettonica, mostrandoti i dettagli a cui prestare attenzione per catturare con uno scatto motivi architettonici avvincenti.

Perché scegliere la fotografia architettonica?

ETH-Campus
e-Science Lab presso il campus Hönggerberg del Politecnico Federale (ETH) di Zurigo

Cominciamo con la domanda più importante: Perché voglio fotografare proprio un edificio? Sono interessato all’edificio di per sé o punto piuttosto a realizzare una foto artistica, forse addirittura astratta? Se ricorriamo a una semplificazione estrema, la fotografia architettonica può essere suddivisa proprio in questi due approcci. La fotografia architettonica «classica» generalmente è di carattere documentario e normalmente mostra un edificio nelle sue proporzioni reali. L’oggetto della foto è l’edificio di per sé, uno spazio, la posizione degli oggetti in un ambiente o una ripresa dettagliata, ad es. di un corrimano.

Manhattan Skyline
Lo skyline di Manhattan dal Brooklyn Bridge Park a New York

Anche paesaggi urbani rientrano di norma in questa categoria, anche se come forma speciale.

Escher Wyss Platz
Scale presso la Escher-Wyss-Platz a Zurigo

La fotografia architettonica «artistica» nella maggior parte dei casi riproduce l’architettura per poi darle un’interpretazione libera: usa le forme e i colori, la luce e le ombre di una geometria, un motivo o una sezione di un edificio collocandoli in un nuovo contesto. Nasce così un nuovo tema originale che non necessariamente deve avere qualcosa a che fare con l’edificio vero e proprio, ma che usa l’architettura come ambasciatore di pensiero.

Composizione fotografica: la giusta prospettiva

Löwenbräu Areal
Classica prospettiva a due punti del Löwenbräu-Areal a Zurigo

Il primo passo per lo scatto di una foto è la scelta della prospettiva, importantissima per l’effetto e la rappresentazione dell’edificio. È possibile scegliere tra le possibilità seguenti:

La prospettiva a due punti, ossia una foto in cui le linee di fuga convergono in profondità verso due punti di fuga, mette in primo piano il volume, nonché sporgenze e rientranze, mostrando l’edificio da due lati. Vengono a crearsi così due direzioni diverse che rendono la foto dinamica. Risulta quindi più semplice suggerire l’idea di profondità. A seconda della distanza dall’edificio, le linee di fuga diventano sempre più ripide e «drammatiche». Pertanto se sono molto vicino all’edificio o se mi trovo davanti a un edificio particolarmente alto, le linee di fuga si sviluppano in un angolo estremamente acuto, ad es. dal bordo del tetto. Se la ripresa viene effettuata da un punto più lontano, le linee di fuga diventano più «piatte» e più neutre.

CONSIGLIO: Scegli volutamente una posizione ad un angolo dall’edificio tale da consentire di mostrare consapevolmente due lati. Non deve essere necessariamente un angolo di 45°, però se l’angolo è troppo piatto, le linee di fuga convergeranno verso i due punti di fuga, ma ognuna in modo molto diverso, dando un’impressione di squilibrio e deformando negativamente le proporzioni.

Tamedia Zurich
Prospettiva a un punto presso la sede degli uffici Tamedia a Zurigo: il punto di fuga non è come al solito al centro dell’immagine, bensì spostato sulla linea dei terzi

La procedura opposta è la prospettiva a un punto, nella quale esiste un solo punto di fuga per tutti gli spigoli della foto che si sviluppano in profondità. Questo approccio pone in primo piano soprattutto i motivi e le strutture, graduando contemporaneamente le facciate in profondità. La foto sembra più «piatta», poiché il volume dell’edificio risulta secondario, mentre spicca ad esempio la superficie della facciata: il risultato è una foto più armoniosa nel suo complesso. La prospettiva centrale può generare un forte «effetto risucchio» su un punto di fuga.

CONSIGLIO: Un orientamento preciso è molto importante per la prospettiva a un punto. Una foto con una prospettiva perpendicolare alla facciata, ma con una leggera deviazione dell’angolo, presenta linee convergenti che però dovrebbero essere in realtà parallele. Queste deviazioni sono molto evidenti e fanno sembrare la foto poco professionale.

Grand Central Terminal
Composizione simmetrica per la simmetria dell’atrio principale della stazione Grand Central Terminal a New York

Particolarmente a effetto è la prospettiva a un punto in caso di edifici simmetrici: l’unico punto di fuga accentua la simmetria generando un forte effetto di prospettiva.

CONSIGLIO: La simmetria può essere creata anche con riflessi, ad es. sull’acqua o su superfici lucide.

ETH
Motivo architettonico classico dello studentato presso il campus Hönggerberg del Politecnico Federale (ETH) di Zurigo

A prescindere dal tipo di prospettiva, soprattutto per le foto architettoniche classiche, si dovrebbe prestare attenzione che le linee verticali della foto siano parallele. Ciò garantisce una riproduzione realistica dell’edificio con un effetto preciso e professionale.

A tal scopo è decisivo che la fotocamera venga tenuta in orizzontale. Se al contrario è rivolta verso l’alto (o verso il basso), gli spigoli verticali «precipitano», convergendo o divergendo verso l’alto. L’effetto delle linee che precipitano può essere corretto con successo con software moderni (ad es. Lightroom o Photoshop), ma ciò va a discapito della qualità, poiché la foto viene deformata. I fotografi professionali usano pertanto obiettivi speciali (obiettivi tilt shift) che consentono una composizione fotografica anche con linee verticali parallele, in cui la ripresa racchiude l’intero edificio.

Questa «regola» però non vuol dire ovviamente che si può fotografare solo tenendo la fotocamera diritta, al contrario, a volte una prospettiva inconsueta, ad es. verso l’alto, può risultare suggestiva rivelando dettagli di un edificio, che, in una «classica» foto architettonica, rimarrebbero nascosti.

ETH
Lo stesso edificio, fotografato guardando verso l’alto: questa prospettiva valorizza meglio la planimetria con il cortile interno a forma di arco

Elementi della foto: linee guida e cornice

Uni Zürich
Atrio della Biblioteca di Giurisprudenza dell’Università di Zurigo

Oltre che con la prospettiva di base, lo sguardo di chi guarda può essere guidato in modo attivo e mirato anche da elementi della foto diversi. Uno strumento molto utile sono soprattutto le «linee guida» che consentono all’occhio di spostarsi nella composizione fotografica.

Swirling Staircase
“Swirling Staircase” in un atelier a Zurigo: l’effetto risucchio aumenta quanto più lunga è la scala a chiocciola

Se usate correttamente, generano dinamicità e profondità. Di particolare efficacia nell’indirizzare lo sguardo dell’osservatore sono le diagonali e le linee curve e il loro effetto è massimo se la linea termina sul particolare della foto che si desidera accentuare: un elemento singolo, uno spazio o un intero edificio. Nel caso specifico delle foto astratte, le linee guida stesse possono essere persino il motivo principale, ad es. come scala a chiocciola.

Corso Italia Mailand
Corso Italia a Milano, incorniciato dalle facciate di due edifici vicini

Le cornici possono delimitare la composizione fotografica indirizzando lo sguardo sul centro della foto. Questo effetto cornice può essere creato in modi diversi: con una facciata dell’edificio adiacente, un elemento edilizio come un pilastro o mobili grandi. Inoltre, poiché l’occhio umano tendenzialmente viene attratto dalle aree chiare della foto, sarebbe opportuno scegliere elementi piuttosto oscuri per la cornice, ad esempio una vignettatura discreta (ossia una riduzione della luminosità dell’immagine alla periferia rispetto al centro).

Figure accessorie e strutture

Landesmuseum
L’ampliamento del Museo nazionale di Zurigo: un corpo architettonico astratto senza parametri di riferimento, che diventa “tangibile” solo grazie alle figure accessorie

Non solo elementi dell’edificio mostrato, ma anche altri oggetti possono essere usati in modo mirato per influenzare l’effetto della foto e la percezione dell’architettura.

Figure accessorie ad es. possono rendere evidenti proporzioni, in particolare se si tratta di proporzioni note come una persona davanti a una facciata. Contemporaneamente le figure accessorie possono anche rappresentare un riferimento contestuale allo scopo d’uso dell’edificio, ad es. il carattere pubblico viene sottolineato dalla presenza di molte persone.

Fondazione Prada Mailand
Uno dei cortili della Fondazione Prada a Milano: l’assenza di persone fa risaltare la varietà di materiali, colori e stili architettonici

Analogamente esistono situazioni in cui la rinuncia a ulteriori figure accessorie accentua l’effetto della foto, riducendo quest’ultima ad es. alla geometria o all’effetto del materiale. Soprattutto in caso di motivi che in virtù dell’edificio acquisiscono un effetto già molto versatile, vivace o irrequieto, un’ulteriore figura accessoria può sovraccaricare la foto, indebolendone l’effetto.

Sihlcity
Sguardo verso l’alto al vertice di due rampe del parcheggio del centro commerciale Sihlcity a Zurigo

Diversamente da questi elementi singoli volti principalmente a concretizzare il messaggio, le strutture, i motivi e le ripetizioni rendono una foto architettonica più astratta. L’uniformità genera un effetto fotografico molto semplice, sottolineando non solo l’intenzione creativa dell’architetto, ma anche l’interpretazione consapevole del fotografo.

Placid Hotel
L’hotel Placid a Zurigo: l’unica finestra aperta spezza il rigore della griglia della facciata e al tempo stesso ne sottolinea la regolarità

In particolare, in caso di uno schema rigido o di strutture molto regolari, un’anomalia può alleggerire la foto generando ulteriore suspence. L’interruzione della monotonia accentua al contrario addirittura la regolarità.

Fotografia architettonica creativa?

Come in tutti gli altri generi fotografici, anche nella fotografia architettonica vale la massima «le regole sono fatte per essere infrante». Lo stimolo per riprese di soggetti architettonici per me è l’intento di trovare prospettive avvincenti e la luce giusta, nonché scattare foto che devono essere osservate più volte per comprenderne il contenuto. In fin dei conti, decisiva è una prospettiva interessante e non linee verticali perfettamente parallele. Chi però è padrone della tecnica manuale, può concentrarsi sul lato creativo della fotografia architettonica, dando vita a foto professionali e perfette dal punto di vista tecnico, che incantano l’osservatore.

Sebastian Grundgeir
Tutte le foto © Sebastian Grundgeir Photography / Ritratto © Christopher Metz

Sebastian Grundgeir

Sebastian Grundgeir vive e lavora come architetto e fotografo autodidatta a Zurigo. È specializzato nella fotografia architettonica e paesaggistica. Anche se in gran parte i soggetti del suo portafoglio sono dominati dalle montagne e dall’architettura svizzera, non mancano progetti che vanno al di là del mondo alpino.

Oltre alla sua attività di architetto e fotografo, condivide la sua passione per la fotografia in workshop, tiene conferenze ed è spesso membro di giurie per il conferimento di riconoscimenti fotografici. Per lo Swiss Photo Club ha sviluppato un corso di fotografia architettonica in cui rivela tutti i consigli e i trucchi per foto architettoniche riuscite.

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